La pazza gioia [recensione]


La pazza Gioia è il film del momento, di quelli che tutti ne parlano e se non lo hai visto ti senti escluso come Simona Ventura all'Isola dei Famosi e il cinema italiano deve essersi impazzito, perché per anni ci ha abituato a film con Christian De Sica che scorreggia e poi nel giro di tre mesi tira fuori Perfetti Sconosciuti, Lo chiamavano Jeeg Robot e La Pazza Gioia e io non ci sono abituato a vedere tutti questi bei film uno di seguito all'altro e come minimo adesso ci aspettano sei mesi di Checco Zalone per farci tornare con i piedi per terra.
Che poi dopo dodici film perfettamente riusciti, credo che possiamo dirlo senza troppi giri di parole: Paolo Virzì è proprio bravo. Praticamente non ha mai sbagliato un colpo e dalla commedia ai drammi ha sempre saputo comunicare e dirigere i suoi attori e qui vediamo una Valeria Bruni Tedeschi e una Michela Ramazzotti che ti fanno ri-innamorare del cinema italiano e quando uno è bravo bisogna dirlo e non possiamo sempre fare i rosiconi e odiare le persone brave come facciamo con Chiara Ferragni. Che poi lei ce la mette tutta per farsi odiare e invece Virzì ha la faccia di uno che oltre ad essere bravo è anche simpatico e la Ramazzotti secondo me ti fa fare un sacco di risate e la Bruni Tedeschi la vorrei come zia e dopo questo film voglio bene a tutti e voglio ringraziarli per questo bel dono che ci hanno fatto, di quelli che fanno emozionare e ridere e anche un po' piangere e La Pazza Gioia è uno di quei film che quando si accendono le luci in sala hai ancora gli occhi rossi e le guance bagnate dalle lacrime e cerchi di fare quello che "Dannata allergia cof! cof! Questi sedili sono pieni di polvere, non li laveranno da quando hanno costruito il cinema!" e invece sei solo felice e un po' turbato, per aver visto un film che parla di due pazze, che in un vortice di peripezie in fin dei conti cercano solo di fare quello che facciamo tutti ogni giorno: sopravvivere insieme. Perché forse bisogna essere veramente pazze per riuscire ad ammettere che condividere un'esperienza è la cosa più bella che la vita possa donarci e insieme ci si spalleggia, si litiga, ci si confronta, si trova la forza di scappare, ma anche di sedersi su un muretto e rimanere in silenzio ascoltando i respiri. Menomale che ci sei tu.

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